La libreria in abete ( nell’immagine qui sopra si vede il manufatto nella sua destinazione finale, cioè un ampio e luminosissimo soppalco destinato a studio-luogo di lettura e quota parte di biblioteca ) è una realizzazione ex-novo eseguita per clienti che desideravano aumentare spazi per la loro importante e numerosa collezione di libri di ogni ordine, genere e grado. Il manufatto è stato concepito quindi con una razionalità e linearità estrema ( visto il suo utilizzo come “contenitore” ) senza però che divenisse corpo estraneo in un contesto di arredamento polidrico, ma di alto livello. I manufatti che lo circondano infatti spaziano dal XVIII sec al design anni ’60 italiano; da qui la scelta della finitura in gommalacca, i tre piccoli pilastri torniti abbinati ad un manufatto lineare, razionale quasi minimalista.
Nell’immagine qui sopra si veda il particolare dei pilastrini rigorosamente torniti a mano. Vista la destinazione d’uso del manufatto (libreria quindi con un carico a cm2 molto elevato) questi pilastrini hanno una innegabile funzione statica nella necessità di rendere i ripiani liberi senza interruzioni, aggraziati da una slanciata tornitura classica.
La foto sopra riportata ci mostra il manufatto al momento del “montaggio a secco”, cioè quel montaggio che ha una valenza di “prova generale” senza rendere definitivi incastri ed imperniature, pochi giorni prima della consegna al cliente. La consegna , in uno storico palazzo fiorentino, doveva essere eseguita in pezzi elementari il piu piccoli possibili viste le ridotte dimensioni della scala per raggiungere il soppalco-studio-luogo di lettura.
Nel particolare qui sopra è ben evidenziata la posizione dei pilastrini torniti a mano che, come descritto sopra, hanno una funzione statica primaria per il sostegno dei ripiani. Questi pilastrini hanno una inperniatura nei ripiani “sopra e sotto” e nel 2° e 3° ripiano tale imperniatura è passante, unisce quindi direttamente il 2° e 3° pilastro.